La finanza sul lago. Vicarello passa di mano e diventa cinese. L’acquisizione sarebbe avvenuta nei giorni scorsi. A coordinare l’operazione sempre l’immancabile John Cassisi, l’italo-australiano che sin dagli anni Novanta segue le sorte della storica tenuta di 1016 ettari affacciata sul lago.

Indiscrezioni parlano di una mera operazione finanziaria atta a sviare da buchi di bilancio. I cinesi, come già accaduto in altre occasioni, farebbero da testa di legno. L’operazione avrebbe movimentato circa 16 milioni di euro.

Proprio in questi giorni agostani nel 1991 la Bracciano pentapartito di allora partoriva il Pacchetto Vicarello il cui piatto forte erano le 271 villette da costruire con vista lago e tre campi da golf. La battaglia ambientalista fu dura. In prima fila Italia Nostra con Angela Zucconi, Florita Botts, il verde Athos De Luca e a seguire tutte le associazioni ambientaliste. Poi arrivò nel 1994 il vincolo apposto dal ministro per i Beni Culturali Alberto Ronchey. Fu una vittoria degli ambientalisti del territorio.

Gli inglesi della Schoreder Bank, investitori in fondi arabi,  che avevano acquistato la tenuta dal Collegio Germanico e che ne sono stati padroni almeno fino al 2014 quando la Vicarello Partnership è stata liquidata, hanno dovuto fare dietro front e darsi letteralmente all’agricoltura, cinghiali permettendo.

L’Apollo di Vicarello

Nulla hanno investito nel ripristino dello storico albergo, né nel recupero della casina Valadier, mentre vanno molto a rilento da parte del Parco le attività di restauro della Casa di Ledo. Vicarello fu dai tempi dei Romani un sito di estrema importanza. Il professor Giuseppe Cordiano che da anni compie scavi archeologici nel territorio ne fa la sontuosa dimora dell’imperatore Domiziano. Lì è stato trovato l’Apollo di Vicarello oggi custodito al Museo Civico di Bracciano, chiuso al pubblico. La sono stati trovati i calici che certificano le tappe di un cammino da Cadice a Roma che sono custoditi al Museo di Valle Giulia di Roma.

Oggi la Vicarello non è più una spa ma una srl, prende fondi pubblici per danni da fauna selvatica dal Parco di Bracciano-Martignano, certifica i propri boschi. C’è stato un tempo in cui questo immenso patrimonio poteva divenire pubblico. La tenuta era stata messa in vendita. La Regione Lazio avrebbe potuto acquistarla e farne un polo di eccellenza come sta accadendo con Civita di Bagnoregio e il Castello di Santa Severa. Niente di tutto ciò.

Non sono ancora chiare le conseguenze del passaggio da Londra a Pechino. Se davvero i cinesi, a braccetto con gli inglesi, si accontenteranno solo di speculare e del buon olio ancora prodotto in loco grazie  ai secolari ulivi o se torneranno alla carica con progetti tipo golf, ville e quant’altro.

Nel 2012 uno studente della Luiss credeva ancora nel progetto originario della Vicarello spa e presentò una tesi in Creazione e Sviluppo di Impresa su Il business plan per la realizzazione di un impianto golfistico a vocazione turistica Vicarello Golf & Spa Resort.

Quello che è chiaro e che un pezzo di alta finanza ha messo le mani sul territorio.

Il 31 dicembre del 1989 quando nacque The Vicarello Partnership il general partner era la Schoreder Asseily & Co. Limited. Era in buona compagnia. Tra i partner infatti oltre la Mannai Investement Co Inc con sede a Panama anche due società cipriote e una con sede nelle Gran Caiman, la Harkness Co. Ltd.

Ora a distanza, a distanza di tre decenni, siamo alle scatole cinesi. Massimo riserbo sui nuovi padroni della storica tenuta. Se a livello nazionale si indaga alla ricerca di eventuali operazioni di riciclaggio di denaro, la Regione Lazio sta a guardare.

Operazioni di mera speculazione finanziaria, per assurdo,  e non un reale interesse di investimento, come sembrerebbe stia accadendo con l’arrivo dei Cinesi, potrebbero continuare a salvare questo grande patrimonio di storia, natura e cultura affacciato sul lago. Ma fino a quando?

Graziarosa Villani

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.