La tradizione popolare attribuisce a San Martino di Tours, nato a Sabaria città della Pannonia nel 316 d.C., l’appellativo di patrono dei cornuti.

Un aneddoto è alla base di questo inconsueto abbinamento che vede San Martino, il santo guerriero ricordato dai sacri testi per aver spezzato il proprio mantello con la spada per donarlo ad un poverello infreddolito, divenire molto bonariamente al protettore dei traditi.

Vox populi vorrebbe che San Martino era tanto geloso non lasciare sola mai la sorella – o forse la moglie – e che la controllava a vista. In uno dei tanti spostamenti la furba donna che intendeva tradirlo aveva preso accordo con il proprio amante: si sarebbero incontrati strada facendo dietro un “macchione”. Durante il tragitto la donna disse a San Martino che aveva necessità di fare pipì ed il Santo le consigliò di appartarsi dietro un cespuglio. Prima di lasciarla andare, geloso com’era, si volle assicurare che dietro non ci fosse nessuno: tirò un sasso e dal cespuglio si levò un uccello. Se il volatile era lì, pensò il Santo, era segno che nessuno si nascondeva dietro la fratta e così lascio la donna andare ad espletare i propri bisogni corporali. Ma la astuta donna aveva pensato a tutto e l’uccello che si era levato alla sassata del Santo non era altro che un volatile che l’amante si era portato con sé proprio per lasciarlo andare al momento giusto e fugare dal Santo ogni sospetto. E il tradimento si compì. È così che San Martino si è guadagnato l’appellativo di patrono dei cornuti.

In molti paesi dove la cultura contadina era molto forte la festa di San Martino, al termine di un periodo in genere meteorologicamente favorevole e detto appunto “estate di San Martino”, la ricorrenza del Santo l’11 novembre (in questa data nel 397 si tennero a Tours esequie del Santo), cadeva al termine delle attività vinicole tant’è che un proverbio, in uso anche ad Anguillara, recita “A San Martino ogni mosto si fa vino”. Ma sono molti i paesi come Anguillara dove San Martino veniva festeggiato in allegria come “il protettore dei cornuti”. In provincia di Roma ad esempio feste analoghe nella giornata dei “mariti ingannati” si svolgevano a Rocca Canterano e a Casape e a Roma addirittura  esisteva una Arciconfraternita di San Martino che organizzava una scherzosa processione dei “felici cornutelli”.

Ad Anguillara una simile festa si tenne fino ai primi anni Cinquanta per volontà ed opera soprattutto di un gruppo di buontemponi anguillarini che facevano capo a …….. Bini. Era lui, secondo quanto raccontato da ulraottantenni tra cui Giuseppe Fantacci, detto “Peppe de Lotte”  che il giorno del santo in piazza del Comune e per i vicoli intorno inscenava una insolita processione dei cornuti che si snodava per il paese al seguito di una “macchina” portata a spalla. “Era – dice Fantacci – una radica rovesciata dove erano conficcati nelle radici tanti corni. Sul legno veniva dipinta una faccia e la macchina veniva portata in processione”. In piazza poi Bini inscenava una pantomima. Secondo tradizione, la festa raccoglieva in piazza molti anguillarini, uomini e donne, e i mariti che pensavano di essere stati traditi portavano il cappello, molto scherzosamente, a schiaffo. L’insolito cerimoniale prevedeva un’attenzione particolare per l’ultimo marito novello che seguiva la processione sotto un ombrello, quasi a ripararsi delle eventuali future corna. Ottobre infatti ad Anguillara, così come accadeva in maggio, era il mese in cui si celebravano i matrimoni, era questo il periodo che dopo l’attività nei campi e l’ammasso si riscuotevano i miseri proventi di tanto lavoro e si poteva quindi impiegarli per le nozze.

 

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La Poesia dei cornuti che segue è giunta a noi in manoscritto e ce l’ha gentilmente messa a disposizione Giuseppe Fantacci. A lui prima di partire per l’America dove è morto l’aveva lasciata Ernesto Capparella detto “Er piattaro” con la speranza che, come l’associazione culturale Sabate sta facendo perseguendo il suo scopo della ricerca delle tradizioni popolari, qualcuno la riproponesse. Si tratta di una simpatica pantomima con personaggi come il Presidente, Corno Cornelio, Corno Sbieco, Corno Tonno, Corno Bello, Corno Zeta, Corno Pizzuto, Corno Incacchiato e il cugino di Livorno.

 

Poesia dei cornuti

 

Corno Cornelio detto cornoncino,

io sono il Presidente di tutti li cornuti,

che così dico, amici cari io vo invitati

che oggi ricorre Sammartino,

e io come capo di questa associazzione

ve vojo fa un discorso d’occasione,

prima però è bene che ve spieghi

la versione del socio Corno Sbieco

che è ammalato pe via d’un corno

che je se sdegnato che lo prese de petto un lampione,

e ….. l’hanno portato all’ospedale

co ‘na frattura ar corno principale,

poi mannerò un saluto all’eroico Corno Tonno

che quattro giorni fa fermò un cavallo

co ‘na cornata de secco assai potente,

anzi propongo io pe tanto onore

a daie la medaia ar gran dolore,

poi mannerò un saluto ar gran maestro

o pe’ di’ mejo ar socio Corno Bello

che morì l’anno scorso poverello

co ’na bronchite doppia ar corno destro,

senza pensà che già l’associazzione,

lo stava pe’ mannà in penzione.

Mo parlo de noi de tutti quanti

state zitti e fateme attenzione,

perché prima che io incominci la lezione,

voio vedè se il conto a noi ce torna

pe potè fa er bilancio de le corna.

Tu Corno Zeta viette a mette a sede!

Eccheme pronto signor Presidente,

in quanto a corna marcio a gran carriera,

mi moie la più lunga l’altra sera,

ma ha detto chiaro e tonno che nun cede,

e seguita a fa sempre come iè pare

a magnà e beve cor compare.

Basta, venite avanti voi Corno Pizzuto!

Eccheme pronto signor Presidente,

in quanto a corna sto sempre paro

e so sempre un attimo cornuto

mi moie porta sempre li capelli a la garzon

e tutte le sere me va a imparà il ciarleston.

Venite avanti voi Corno Incacchiato!

Eccheme pronto signor Presidente,

in quanto a corna ho miiorato assai

che così grosse non ce l’ho avute mai,

tutti li giorni me le specchio e me fo il conto,

e anzi spero che me aumenti quarche corno

perché me da arriva un cugino da Livorno.

Basta che ho già considerato

che sete tutti soci affezionati,

co i fatti che so stati qui citati,

dunque le corna hanno l’aumento d’un quintale

e de sto passo nun annamo male.

Però ho inteso di’ diverse vorte

Che fra di voi c’è un po’ de gelosia,

e sta cosa io non voio che ce sia,

perché le corna, lunghe o corte, dritte o storte,

so sempre corna, e voi compagni belli

ve dovete amà come fratelli.

Lasciate er passo libero a la moie,

lasciatela annà in qualunque posto sia,

abiti, oro, ciprie, cinema, profumeria,

dateie retta e nun ie date noia,

che così vedrete che co poco più de n’anno

chi sa quante belle corna ve aumenteranno,

guai a quell’uomo che sarà geloso,

lui verrà espulso dall’associazzione

perché ……elemento così assai pericoloso,

d’armergiallo così senza curasse

potrebbe rovinare il programma de la classe.

 

Proverbi

 

Chi cià moje, tiè pe’ casa San Martino.

È mejo esse cornuti che mal’intesi.

Marito vecchio, corni sicuri.

Chi cià le corna è l’ultimo a sapello.

 

Nella tradizione romana la festa di San Martino è dedicata ai mariti e alle mogli traditi anche perché l’11-11 infatti richiama alla mente quattro corna.

Riproponiamo anche per l’occasione il programma della  Festa di San Martino 2007 organizzata ad Anguillara da SGruppo Santonari (La S non è un errore ndr). 

la riscoperta della festa popolare dei “Cornuti” che un tempo coinvolgeva l’Anguillara

Diceva Benedett’Anima de Nonno:

“Si tutti li cornuti portassero o lampiò .. Oddio che gran illuminaziò”

 

Domenica 11 novembre 2007 – Piazza del Molo

Ore 09.00 – Allo scoppio dei mortaretti si da inizio ai festeggiamenti della Festa di San Martino ed apertura degli stad gastronomici con degustazione Castagne, Fregnacci e Vino a volontà;

Ore 11.30 – Avvio del corteo con l’albero delle corna accompagnato da tanta musica ed allegria;

Ore 12.00 – Vino, Castagne e Fregnacci a volontà con tante altre squisitezze contornate da …tante … tante … corna e da tanta musica;

Ore 19.00 – secondo avvio del corteo per le vie del centro storico, accompagnati da musica e tanta allegria con in testa “l’Albero delle Corna” (scultura allegorica appositamente realizzata da Anito Anzidei)

Tutti i “Figli dell’albero” sono convocati a partecipare (non ti illudere anche tu sei dei nostri).

Come Tradizione vuole, che risale alla notte dei tempi, sono convocati tutti gli sposi “freschi freschi” a partecipare alla manifestazione quale buon auspicio affinché un giorno non si trovino anche loro ………

Ore 20.00 – Vino, Castagne e Fregnacci a volontà con tante altre squisitezze contornate da …tante … tante … corna e da tanta musica;

 

Foto tratta da https://www.agendalugano.ch/episodes/236/perche-i-traditi-sono-cornuti

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.