Nel paese dei tombaroli, secondo solo a Trevignano, in un territorio dove i beni archeologici sono in gran parte ignorati e poco valorizzati, nella cittadina dei musei e delle strutture culturali chiuse,  torna d’attualità la collezione della discordia, ovvero la Collezione Panunzi che l’amministrazione di Giuliano Sala si è impegnata ad acquistare e che l’amministrazione Tondinelli, dopo aver prima declinato l’acquisto, ora si appresta da acquisire. La somma è importante 80mila euro.

La querelle gioca anche attorno al ruolo di ex e nuove assessore. Elena  Felluca fu tra le responsabili del diniego all’acquisto, ora evidentemente la Marini è d’accordo anche se non presenzia alla seduta di giunta nel corso della quale  l’acquisto è stato deliberato.

Nel gioco delle parti, in virtù del ruolo di opposizione che rivestono, i pentastellati interrogano il sindaco sul dietrofront. La stessa attenzione da parte degli adepti di Di Maio non c’erano state quando Tondinelli decise che la collezione non andava più acquista. Ora un nuovo capitolo.

A ricostruire la vicenda c’è la dettagliata nota a firma di Marco Tellaroli ed Alessandro Persiano (M5S). Puntuale arriva la replica dell’ex assessore Elena Felluca che ribadisce il suo no per la provenienza incerta, ovvero la decontestualizzazione dei beni. Arricchiamo il brodo con la nota che,  all’epoca del diniego, ci invio il 20 ottobre 2016 la famiglia Panunzi.

Il fatto vero e che mentre si discute turismo e cultura a Bracciano languono. Se non ci fosse il Ccastello orsini –Odescalchi Bracciano potrebbe essere cancellato dalle mete turistiche del Lazio. E siamo sicuri che la giunta di Bracciano sotto la spada di Damocle della Corte dei Conti che ha già bocciato il piano di riequilibrio, non si lascerà sfuggire l’occasione di tartassare ulteriormente visitatori e turisti introducendo  la tassa di soggiorno che ora, in virtù di una recentissima legge regionale che assegna a tutti i Comuni laziali il riconoscimento di città turistica, sarà possibile introdurre anche a Bracciano. Quasi non bastassero le strisce blu raddoppiate a far scappare tutti a gambe levate.

Ecco la documentazione

Interrogazione di Marco Tellaroli e Alessandro Persiano

INTERROGAZIONE

URGENTE A RISPOSTA SCRITTA su Acquisto collezione archeologica Panunzi

l sottoscritti Marco Tellaroli e Alessandro Persiano, in qualità di Consiglieri Comunali.

Premesso che:

  • con deliberazione di G.C. n° 575 del 13/12/2011 l’Amministrazione ha espresso una prima volta la volontà di acquistare l’intera collezione archeologica Panunzi al fine di incrementare le raccolte del Museo Civico e di permettere la valorizzazione e la fruizione pubblica di tale patrimonio;
  • il Sindaco allora in carica, con nota prot. 3990 del 2/2/2012, ha chiesto alle competenti strutture ministeriali di esplicitare se il Ministero fosse o meno interessato all’acquisto;
  • la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, sentita la propria direzione generale, ha comunicato al Sindaco, con nota giunta al Protocollo in data 28/02/2012 al n. 7213, di non voler esercitare il diritto di prelazione, sollecitando l’Amministrazione ad acquistare la collezione;
  • le eredi Panunzi hanno chiesto come prezzo di vendita dell’intera collezione la somma di € 80.000,00;
  • con determinazione del Dipartimento tecnico – area Conservazione beni monumentali, centro storico e museo civico n. 105 del 15/12/2011, R.G. 2741 stessa data, è stato affidato all’archeologo dott. Giulio Lucarini il servizio di valutazione, stima e schedatura dell’intera collezione Panunzi al fine di verificarne il valore, anche ai fini assicurativi;
  • con nota prot 2519 del 23/1/2012 il dott. Lucarini, a fronte della attenta valutazione della collezione e dei prezzi di mercato, ha espresso un primo parere positivo in esito alla congruità della cifra richiesta dalle eredi Panunzi;
  • a seguito della richiesta dell’Amministrazione al concretizzarsi delle possibilità di acquisto connesse con le disponibilità di bilancio il dott. Lucarini ha trasmesso, con nota prot. 22384 del 7/8/2015, la schedatura completa della collezione Panunzi indicando il valore di ogni pezzo e stimando la collezione complessivamente €149.845,00, che ne rappresenta il prezzo di mercato;
  • le Amministrazioni precedenti e questa Amministrazione, non hanno mai assunto alcun impegno di spesa in merito all’acquisto della collezione in questione.

Considerato che,

  • nella delibera 142 del 02-12-2016, considerando le difficoltà finanziarie in cui versa l’Ente, si ritenne opportuno non procedere all’acquisto della collezione archeologica di proprietà delle eredi Panunzi;
  • la Giunta comunale di Bracciano con Delibera N. 228 del 11-10-2018:
    • delibera di voler acquistare la collezione Panunzi al costo di € 80.000,00 a fronte di un prezzo di mercato pari ad €149.845,00.
    • approva il diverso utilizzo di un Mutuo, posizione n. 4483791/00 di € 350.000,00, del quale residuano € 102.429,24, per finanziare l’acquisto della collezione Panunzi;

 

Chiediamo

All’Assessore delle Politiche Culturali, Museo Civico, Biblioteca, Archivio Storico, e alla Giunta comunale:

  • per quale motivo non si è provveduto a fare una revoca della deliberazione di giunta comunale n. 142 del 02-12-2016;
  • nella delibera 142 del 02-12-2016 si dava atto delle difficoltà finanziarie in cui versa l’Ente non ritenendo opportuno procedere all’acquisto della collezione archeologica di proprietà delle eredi Panunzi, oggi ci sono tali disponibilità?
  • se esistevano tali disponibilità di diverso utilizzo di un Mutuo, si poteva pensare di investire per altri utilizzi?
  • esistono conflitti d’interesse di carattere politico sulla collezione archeologica della famiglia Panunzi, che ci accingiamo ad acquistare?
  • poiché la Giunta dichiara che il progetto risultava tra quelli finanziabili con mutuo della CDP, che quindi andrà richiesto alla CDP stessa l’autorizzazione al diverso utilizzo della somma di € 80.000,00 a valere sul mutuo pos. 4483791/00 per l’acquisto della collezione, qualora l’autorizzazione non venisse rilasciata dalla CDP, cosa accadrebbe? La collezione verrebbe comunque acquistata dal Comune di Bracciano?
  • con prot. 25051 del 20.07.2018, la Corte dei Conti sezione regionale di controllo per il Lazio, ha comunicato di non approvare il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Bracciano, adottato con deliberazioni del Consiglio comunale n. 14 del 14 giugno 2016 e n. 14 del 12 settembre 2016, avendo valutato lo stesso non congruo ai fini del riequilibrio finanziario dell’Ente, poiché di conseguenza i bilanci e il rendiconto sono consequenziali per la valutazione e congruenza al piano di riequilibrio negli stessi aspetti rilevanti per la procedura, art. 1, comma 166 e seguenti, legge n. 266/2005 e art. 243-Quater del TUEL, il Comune di Bracciano può permettersi di affrontare tale spesa, in attesa del pronunciamento del Ricorso  ex Art. 124 D.lgs. n. 174/16 del Comune di Bracciano pendente davanti alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti?
  • Poiché, sempre nel 2016, la Giunta comunale di Bracciano dichiarava che “andrebbe rivalutato attentamente il dichiarato “grande valore storico e documentario” della collezione. La maggior parte di questi pezzi, infatti, non hanno un grande valore culturale per Bracciano, essendo di “provenienza incerta”; oggi cos’è cambiato? Sono state effettuate queste rivalutazioni?
  • Poiché prima dell’acquisto è necessario sistemare il locale di deposito del Museo civico, dotandolo di una porta blindata e
    dell’impianto antintrusione, con l’esigenza di fare pulire e restaurare alcuni dei pezzi più importanti della collezione, è intenzione dell’Amministrazione, per le motivazioni espresse, dare comunque corso all’acquisto della collezione? Sono state quantificate le somme che la comunità braccianese dovrà spendere? Se sì, a quanto ammonta la spesa totale per acquisto, sistemazione locali e restauro?
  • quanto costerà il mantenimento annuale della collezione archeologica famiglia Panunzi?
  • Poiché vanno considerati non solo “ri-restauri” per la durabilità dell’arte ma, anche in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione, che stabilisce che la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale in coerenza con le attribuzioni di cui all’articolo 117 della costituzione, e che secondo le vigenti disposizioni di legge (11.1 dei beni culturali D.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42; ’Art. 10 della legge 6 luglio 2002 n. 137 e successive modifiche; D.lgs. 26 marzo 2008 n. 62 e n. 63), emerge uno stretto legame tra valori della cultura e valori economici, che si sostanzia in una complessiva imposizione di tutela del patrimonio artistico pubblico dai numerosi rischi a cui è continuamente esposto, in sostanza “obbligando” gli Enti alla copertura assicurativa delle collezioni archeologiche, quali sono le risorse finanziarie da destinare a questa voce di spesa?

 

Bracciano Lì, 15 ottobre 2018

I consiglieri comunali Marco Tellaroli, Alessandro Persiano

 

La replica di Elena Felluca

A correlazione del comunicato dal titolo “Il M5S interroga il Comune di Bracciano su Acquisto collezione archeologica Panunzi”, a firma dei consiglieri del gruppo Movimento 5 Stelle di Bracciano, informo che la sottoscritta, con nota prot. n. 34748 del 15-10-2018, ha inviato al Sindaco, agli assessori e ai consiglieri di maggioranza e di minoranza del Comune di Bracciano (e per conoscenza al Segreatario Comunale), delle osservazioni in merito alla D.G.C. n. 228 del 11-10-2018 che ha per oggetto “Acquisto collezione archeologica Panunzi. Provvedimenti”.

Di seguito il testo.

 

Mi permetto di ribadire quanto già espresso in passato, in più occasioni, in merito al presunto valore culturale della collezione archeologica Panunzi e sull’opportunità di acquisto per il Comune di Bracciano.

In riferimento alla volontà espressa dalla giunta della precedente amministrazione del Comune di Bracciano, come anche dall’attuale, di acquistare l’intera collezione archeologica degli eredi Panunzi al prezzo di 80.000,00 € (D.G.C. n. 575 del 13/12/2011 e D.G.C. n. 228 del 11-10-2018), esprimo perplessità riguardante la spesa in proporzione al valore culturale vero, presunto o, comunque, dichiarato, in relazione alla sua provenienza incerta (tale notizia è espressa nelle targhette esplicative dei reperti di questa collezione esposti attualmente nel Museo Civico): non si conosce il luogo di ritrovamento e ciò mi induce a supporre la provenienza da scavi non controllati dalle competenti autorità che, normalmente, annotano e registrano tutti i particolari di ogni attività archeologica. Forse i ritrovamenti sono avvenuti in un periodo remoto in cui non esistevano ancora le leggi attualmente vigenti in materia di recupero e di scavo di un contesto antico? Oppure, la documentazione originale di schedatura è andata perduta? Resta il fatto che non si conosce l’esatta provenienza dei reperti in questione.

In generale, dal punto di vista archeologico, una volta decontestualizzati senza alcuna registrazione del luogo e del contesto di provenienza, i reperti non hanno un grande valore storico e documentario, bensì acquisiscono meramente il valore di un oggetto e si può solo stabilire, sulla base delle forme e degli stili, un arco cronologico di produzione possibile e, in assenza di analisi sulla ceramica, la loro originalità si può solo supporre. Risulta altrettanto difficile datare le lapidi e gli oggetti in pietra, o in metallo.

Ad ogni modo, è necessario essere certi che non si tratti di copie moderne o di imitazioni successive alla loro presunta antichità.

Riguardo la provenienza dei reperti in questione, si hanno grosse incertezze per il medesimo motivo: lo stile, le forme e le decorazioni (se ci sono) possono solo suggerire una zona, talvolta molto ampia, non un sito o un luogo ben preciso, ne consegue che la collezione Panunzi non può essere definita con certezza di provenienza braccianese e da qui sorgono le perplessità sull’opportunità, per il Comune di Bracciano, di acquistarla per il prezzo di 80.000,00 € proposto dalla famiglia proprietaria.

Il Museo Civico di Bracciano potrebbe essere comunque arricchito di reperti, tra l’altro già richiesti lo scorso anno dal sindaco Tondinelli alle autorità competenti, provenienti da scavi archeologici regolari, o comunque di certa provenienza dal territorio del Comune di Bracciano: tra questi vi sono quelli provenienti dal sito La Sposetta e in altri siti sommersi nelle acque del lago, come anche quelli rinvenuti nella villa romana in località Vigna Orsini. Questi sono solo alcuni esempi di reperti antichi di vero grande valore storico e documentario del territorio di Bracciano acquisibili a “costo zero” per l’ente.

La chiusura del Museo Civico di Bracciano è solo momentanea e, qualsiasi ampliamento, comporterebbe ulteriori costi per l’allestimento e per la cura, e conservazione, dei Beni e dei reperti esposti. Al di là di questo, è giusto investire per arricchire l’esposizione del patrimonio culturale locale, ma, a mio parere, andrebbe valutato con una maggiore attenzione verso ciò che narra veramente la storia del nostro Comune.

In aggiunta a questo, va ricordato che con deliberazione della Giunta Comunale n. 169 del 2/04/2004 viene premesso “che il Signor Ennio Panunzi con lettera prot. n. 16684 dell’11/09/1995 ha espresso la volontà di donare al Comune di Bracciano una serie di reperti archeologici di sua proprietà, descritti nell’elenco allegato al presente atto, da destinarsi al costituendo Museo Civico” e “che il dottor Bruno Panunzi, figlio ed erede del sopracitato E. Panunzi, ha manifestato nei nuerosi contatti intercorsi la volontà di portare a compimento l’iter della donazione”. La legge attualmente vigente in materia di Beni culturali non consente lo smembramento delle collezioni, quindi, gli eredi cercano di vendere tutto insieme, contrastando, in parte, la volontà di donarne una parte alla comunità di Bracciano.

Già l’attuale sindaco Tondinelli, con una giunta comunale composta diversamente, approvò la delibera n. 142 del 02-12-2016 per rifiutarla, riportando che “atto delle difficoltà finanziarie in cui versa l’Ente si ritiene opportuno non procedere all’acquisto della collezione archeologica di proprietà delle eredi Panunzi” e demandare “alla famiglia Panunzi la facoltà di decidere se devolvere o meno al comune di Bracciano la collezione archeologica”. All’epoca, io ero Assessore alle Politiche Culturali, avevo anche la delega al Museo Civico. Il Comune di Bracciano, ad oggi, non è più in difficoltà finanziarie?

Nella D.G.C. n. 228 del 11-10-2018 l’attuale Assessore alle Politiche Culturali, Claudia Marini, risulta assente, dopo, o prima, aver votato la delibera n. 227 del 11-10-2018 che ha per oggetto “Revoca Deliberazione di Giunta Comunale n. 495 dell’11/09/2008 avente ad oggetto -Donazione antica macchina per la torrefazione del caffè da parte degli Eredi Mondini-. Provvedimenti”. Con questa delibera la Giunta rifiuta la donazione del manufatto sostenendo che “allo stato attuale, non essendo disponibili risorse economiche che consentano il restauro del prezioso oggetto, testimonianza delle antiche professioni artigianali del territorio braccianese, il macchinario può rientrare in possesso degli Eredi Mondini che dovranno farsi carico dell’onere economico derivante dal ritiro dello stesso” e “Sentito il parere dell’Assessore alle Politiche Culturali Dott.ssa Claudia Marini”. Quale genere di parere può aver dato in materia di restauro e conservazione di un Bene antico simile? Con quale criterio si dichiara l’indisponibilità economica per una testimonianza certa e sicura di un aspetto della cultura braccianese, mentre, invece, si ha la possibilità di spendere 80.000,00 € per una serie di reperti antichi di “provenienza incerta” di proprietà della famiglia Panunzi? Mi chiedo, inoltre, per quale motivo il sopraindicato Assessore compare assente solo nella delibera di acquisto della collezione Panunzi, tra quelle votate lo stesso giorno.

Cosa è cambiato, oltre all’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Bracciano, nelle idee dell’attuale Amministrazione Comunale per spingere ad una scelta opposta a due anni fa?

La valorizzazione del nostro patrimonio culturale ha un senso quando viene provata la provenienza e l’originalità dei Beni che ne costituiscono veicolo ed espressione, quindi significativi degli aspetti peculiari delle culture avvicendate nel territorio di Bracciano.

Per i suddetti motivi, e per lo stato finanziario in cui si trova attualmente il Comune di Bracciano, ritengo inopportuno l’acquisto della collezione archeologica Panunzi.

Concludo invitando a riflettere sulla possibilità di revocare la D.G.C. n. 228 del 11-10-2018, al fine di investire diversamente la cifra di 80.000,00 €, ad esempio, per l’acquisto o la sistemazione di beni di pubblica utilità, visto lo stato in cui versano gli impianti sportivi, i luoghi di aggregazione, le scuole e tutto il resto di proprietà comunale.

Cordialmente,

Dottore di Ricerca in Archeologia, Dott.ssa Elena Felluca

 

Due parole sulla raccolta archeologica Panunzi di Bracciano

Prof. Gianfranco Paci – Università di Macerata  

 

La raccolta si è formata grazie all’attento controllo del territorio esercitato da tre personaggi di questa famiglia a partire dalla fine del sec. XIX, i quali hanno avuto la sensibilità e l’accortezza di mettere in salvo queste preziose testimonianze antiche che, con l’eccezione di 4 o 5 epigrafi di Roma, provengono dal territorio. Si tratta di materiali opportunamente schedati dalla Soprintendenza Archeologica, che ne ha riconosciuto la proprietà alla famiglia Panunzi.

Nella stragrande maggioranza i reperti sono dunque di provenienza locale ed interessano frontalmente la storia del Braccianese ed in particolare il territorio pertinente, in età antica, alla città romana di Forum Clodii (oggi S. Liberato) e all’agro della città etrusca di Caere (Cerveteri), per il tratto di passaggio tra il lago e la costa. Essi illustrano la vita della comunità antiche insediate in questo territorio, dall’età etrusca a tutta l’età romana. Ci parlano dei culti (altare al dio Mitra) di magistrati di Forum Clodii, delle pratiche funerarie (statue, cippetti a colonnetta della necropoli della Banditaccia), dello sfruttamento agricolo (ville rustiche), della vita quotidiana dell’uomo antico per un ampio arco di tempo che va almeno dal VI sec. a.C. alla fine del mondo antico.

Il valore venale di questo materiale non è inferiore alla sua importanza documentaria: non ho difficoltà ad affermare, in proposito, che alcuni reperti hanno da soli un valore superiore a quello valutato per l’intera raccolta. La quale opportunamente ordinata e valorizzata, attraverso le moderne tecniche dell’esposizione museografica, può fornire un interessante approccio alla storia più antica del Braccianese, sfruttabile anche a fini didattici.

 

Prof. Gianfranco Paci

Università di Macerata

 

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.