Nel nostro Paese, ogni anno, oltre 52mila persone si ammalano di tumore del colon-retto. Ciò vuol dire che è la forma di cancro in assoluto più diffusa nella popolazione italiana. Oltre sei pazienti su dieci, però, risultano vivi cinque anni dopo aver scoperto la malattia. In Italia lo screening per il tumore del colon rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), come quello per il tumore al seno e il tumore della cervice uterina.

L’approccio in uso nel nostro Paese prevede che, tra i 50 e i 69 anni, a cadenza biennale, uomini e donne effettuino su invito della propria Asl il test del sangue occulto nelle feci. Si tratta di un esame semplice, che la Asl Roma 4 ha reso ancora più semplice. Consiste nella raccolta (eseguita a casa) di un campione di feci e nella ricerca (in laboratorio) di tracce di sangue non visibili a occhio nudo.

Lo screening basato sulla ricerca biennale del sangue occulto nelle feci si è dimostrato efficace nel ridurre incidenza e mortalità per cancro colo-rettale ed è considerato LEA a partire dal 2001 (DPCM 21/11/2001).

La Asl Roma 4 è partita già da tempo con un programma di screening sperimentale innovativo: lo screening arriva direttamente a casa.

Come funziona il progetto sperimentale?

Un invito in busta chiusa è recapitato a mezzo posta nelle case degli utenti interessati, 45.000 utenti l’anno.  Dentro la busta è già presente il kit per la campionatura con le istruzioni di prelievo e confezionamento. La persona non dovrà fare altro che seguire le istruzioni riportate e inserire il campione nella provetta inviata a casa. Dopo averla chiusa e inserita nell’apposita busta, seguendo le indicazioni per l’uso, potrà recarsi presso una qualsiasi buca delle lettere e inviare la busta preaffrancata.

Una tecnologia avanzata di microchip inserita all’interno della provetta misurerà la temperatura del campione, che quando arriverà al laboratorio della Asl, avrà registrato l’avvenuta conservazione del campione. Inoltre un sistema di etichette a riconoscimento automatico garantirà l’abbinamento corretto sul sistema gestionale. Questa procedura innovativa, adottata sperimentalmente per un numero di mesi sufficiente a valutarne l’impatto, (cinque mesi)  ha la finalità di agevolare le persone che non avranno più limitazioni di giorni ed orari per il ritiro e la riconsegna del kit di esame. L’obiettivo finale è quello di aumentare l’adesione allo screening che al momento è su livelli non soddisfacenti. La busta preaffrancata con la provetta arriverà direttamente alla Asl per le analisi.

Purtroppo lo screening del colon retto è quello con meno adesioni da parte dell’utenza. Occorre sensibilizzare i cittadini a partecipare, ricordando che un semplice esame che non costa né tempo né fatica ed è “non invasivo” davvero può salvare la vita. Gli utenti spesso sottovalutano l’importanza di questo tipo di screening, pensando che un test così semplice da effettuar, non possa essere “efficace” come un esame del sangue o un test invasivo. Ed è proprio questo punto di vista che si deve cambiare, lo screening del colon retto è in egual proporzione semplice ed efficace, per questo è così importante farlo! La prevenzione è la migliore arma che possediamo per salvaguardare la nostra salute. Pensate alle lunghe trafile e alla sofferenza che si vede affrontare quando si scopre di avere uno stadio avanzato di tumore, alla pressione psicologica, nonché alla sofferenza fisica, che si può, con un gesto semplicissimo evitare! E’ un dovere di tutti salvaguardare la propria salute, la salute di ognuno, moltiplicata per tutti, è la salute del paese, abbiamo tecniche efficaci per salvaguardarla. Usiamole.

Quando arriverà la vostra busta per lo screening  a casa ricordate queste parole: Quel piccolo kit contenuto nella busta può salvarvi la vita, e fare il test, non vi costa niente!

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.