Il mancato parere paesaggistico ha generato un vulnus sia in riferimento all’impatto visivo, sia in riferimento all’impatto ambientale

A Bracciano decine di alberi sono stati sacrificati in nome della sicurezza. Il lungolago Argenti è stato il più penalizzato ma grave l’intervento anche in viale Odescalchi e in via Principe di Napoli. Tagli sono stati fatti anche a Bracciano Nuova. Le procedure sono state corrette? Basta una perizia per dare il via agli abbattimenti. Il danno al paesaggio è stato notevole e le annunciate piantumazioni, semmai arriveranno, appaiono di là da venire. Non si è preso in considerazione lo stretto connubio tra alberi e paesaggio. Danni che restano come una ferita sul tessuto urbano di Bracciano. Sulla problematica Ecolagodibracciano.it ha voluto fare un approfondimento con una intervista a Daniele Natili nella sua qualità di coordinatore del Gruppo di Intervento Giuridico Lazio che si è attivato facendo proprio lo scontento generalizzato tra i cittadini.

Peraltro lo stesso Daniele Natili entra a pieno titolo nella campagna elettorale in corso chiedento A tutela degli interessi diffusi coinvolti nella vicenda chiedo ai candidati Sindaco nelle prossime elezioni di prendere una precisa posizione in merito alla ricostituzione del paesaggio del Lungolago. Domanda aperta agli attuali candidati sindaco del Comune di Bracciano. Nell’autunno del 2019 l’Amministrazione Comunale di Bracciano procedeva ad un taglio di alberi nel centro cittadino e nel Lungolago senza il pieno rispetto di tutti gli aspetti procedurali imposti dai vincoli paesaggistici presenti nelle aree interessate. Veniva, di fatto, provocata una lesione al paesaggio del lago di Bracciano, per la mancata ripiantumazione contestuale di nuove piante secondo il progetto peraltro esistente.L’impatto visivo ed anche ambientale, in considerazione delle specie di uccelli viventi nel lago, è da considerare, ancor oggi, grave.In un incontro pubblico l’Amministrazione si impegnava nei confronti della popolazione e del Gruppo di Intervento Giuridico ad un percorso condiviso per l’attuazione del progetto di ripiantumazione.L’impegno è stato disatteso.

Gli alberi sono stati tagliati ma le promesse piantumazioni anticipate dalla amministrazione non sono state effettuate. Non c’è dubbio che il lungolago senza gli alberi ha cambiato volto. Il Gruppo d’Intervento Giuridico, si è mobilitato recependo anche il malcontento dei cittadini ed ha sottolineato che i tagli erano stati effettuati senza i dovuti pareri paesaggistici. Una segnalazione ai carabinieri era stata fatta anche da Italia Nostra Lazio. Come è stato possibile effettuare ugualmente i tagli? Si trattava di piante effettivamente da abbattere?

Il Gruppo d’Intervento Giuridico, a seguito delle segnalazioni dei cittadini, ha compiuto istanza di accesso agli atti, che in questo caso è il primo passo da fare quando un’associazione ambientalista si interessa ad un problema ambientale. L’istanza era indirizzata al Comune e alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale. La Soprintendenza ha tempestivamente messo a disposizione, presso la sua sede di via Cavalletti a Roma, le schede tecniche di analisi dei singoli alberi. Vi erano schede che riportavano casi di malattia con, per lo più, la prescrizione dell’abbattimento. Il problema è che, senza il parere paesaggistico, è venuta meno la possibilità di sottoporre l’intervento di taglio a prescrizioni per la difesa delle piante eventualmente recuperabili e, soprattutto, a prescrizioni per la tutela del paesaggio nel suo insieme. Questo mancato passaggio ha generato un vulnus sia in riferimento all’impatto visivo, sia in riferimento all’impatto ambientale, ad esempio la tutela degli uccelli. 

Anche molti alberi di viale Odescalchi sono stati tagliati da parte di questa amministrazione. Un rituale analogo che ha cambiato per sempre una delle vie maggiori del paese caratterizzata proprio dalla presenza di alberi. Può bastare solo la perizia per procedere ai tagli?

No, come già detto, non può bastare soltanto la perizia per procedere all’abbattimento, considerando in particolare l’esistenza di vincolo paesaggistico (anche in via Odescalchi) disposto con decreto ministeriale del 1960. È obbligatoria una specifica autorizzazione paesaggistica, che permette di tutelare interessi di carattere naturistico ed estetico.

A che punto sono le denunce presentate?

Il Gruppo d’Intervento Giuridico, nella vicenda del taglio alberi del 2019 a Bracciano, ha scelto, piuttosto che la via delle denunce in sede giudiziaria, la strada dello stimolo nei confronti dell’Amministrazione Comunale a prendere provvedimenti riparatori della lesione paesaggistica avvenuta. In un incontro pubblico l’Amministrazione Comunale ha preso impegni precisi per la ripiantumazione secondo un progetto di professionista. A tutt’oggi questo non è avvenuto. L’Associazione ambientalista Gruppo d’Intervento Giuridico non cesserà di pretendere la realizzazione del progetto architettonico di ricostituzione del verde cancellato a via Odescalchi e nel Lungolago.

In un intervento specifico che ha previsto tagli di alberi il perito che ne ha disposto la necessità era peraltro un parente del titolare della ditta che ha poi proceduto. https://www.facebook.com/claudio.gentili.18/posts/2882765581746168

Sul fatto specifico della parentela da lei segnalata, se ciò è vero lo ritengo inopportuno

Come si dovrebbe procedere secondo normativa nella corretta gestione del verde pubblico e in particolare degli alberi?

Quando un’amministrazione locale decide di intervenire con provvedimenti relativi agli alberi, dovrebbe muoversi secondo una filosofia di fondo, che orienti la propria azione. La filosofia di fondo è l’esigenza di rispettare la normativa di cui alla Legge 14 gennaio 2013 n. 10 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), che impone ai comuni non solo l’obbligo di porre a dimora un albero per ogni neonato (impegno che leggo proclamato, un po’ strumentalmente, in alcuni dei programmi elettorali in circolazione a Bracciano), ma anche e soprattutto di adoperarsi per “l’incremento degli spazi verdi urbani, di «cinture verdi» intorno alle conurbazioni per delimitare gli spazi urbani” (art. 6 legge cit.). Sempre questa legge si propone il rilancio delle norme relative al trattamento del verde in sede di pianificazione urbanistica, un aspetto molto importante previsto in un decreto ministeriale del 1968, ripetutamente richiamato dalla legislazione successiva per indurre i comuni a conformarsi alla filosofia del verde pubblico.

È evidente che un intervento di taglio programmato non possa avvenire perdendo di vista l’impegno a sostituire e incrementare il verde esistente. Ad ogni modo, deve essere verificata la compatibilità paesaggistica dell’intervento sugli alberi. Si possono avere due situazioni, in fondo fra loro di identica portata sostanziale: quella in cui gli alberi insistono in aree a specifico vincolo paesaggistico in base al Codice del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004), come è stato il caso degli alberi di Bracciano tagliati nel 2019; e quella in cui gli alberi sono da considerare protetti dalla normativa paesaggistica in modo indiretto, in quanto parte di piazze e viali storici di una città, che l’art. 10 del Codice considera come “beni culturali”. Se questa norma considera beni culturali “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico”, gli alberi ne fanno parte e intervenire su di essi è un po’ come alterare un’opera d’arte che è sita in questi luoghi. Abbiamo avuto, nel territorio, il caso recente dell’abbattimento degli alberi di Viale d’Italia a Tolfa (https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2021/09/15/gli-alberi-non-sono-banali-arredi-urbani-nemmeno-a-tolfa-e-a-tuscania/), che rientra in questa situazione.

Una volta che l’amministrazione locale si sia provvista dei necessari permessi, con le necessarie prescrizioni (specialmente le indicazioni sulla ripiantumazione, e simili), ciò non basta a dare il via libera all’eventuale taglio d’alberi: le direttive europee considerano reato, in ogni caso, disturbare le specie avifaunistiche in periodo di nidificazione. Pertanto, un corretto intervento richiede uno studio sulle specie di uccelli che usano gli alberi oggetto di intervento, in modo da evitare che l’eventuale taglio intervenga in periodo di riproduzione.

Come si vede, la procedura è complessa e richiede una sensibilità storica, ambientale e paesaggistica chiara e incontestabile da parte dell’amministrazione locale.

Alcuni alberi di Bracciano possono essere considerati monumentali. Che tipo di tutela è prevista in questi casi?

Alberi monumentali. L’art. 7 della Legge 10/2013 fornisce la definizione di ‘albero monumentale’: a) l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l’albero secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali; b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani; c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.

La legge prevede un censimento degli alberi monumentali ad opera dei comuni ed un elenco degli alberi monumentali d’Italia aggiornato periodicamente. Con il Decreto 5 maggio 2021 del Ministero delle Politiche Agricole siamo arrivati al quarto aggiornamento. I cittadini di Bracciano che abbiano a cuore un albero o degli alberi che hanno le caratteristiche di monumentalità debbono pretendere dall’amministrazione locale che ne venga curata l’inserzione nell’elenco nazionale. Ogni abbattimento di albero monumentale è punito con una sanzione fino a euro 100.000, salvo che il fatto non costituisca più grave reato.

Il Comune di Bracciano, come molti altri comuni italiani, è stato inadempiente rispetto alle legge che prevede la piantumazione di un albero per ogni nuovo nato o adottato. Cosa pensate al riguardo?

Come già detto, la legge 10/2013 cerca di ridare impulso alla legge 113/1992 che prevede l’obbligo di mettere in posa un albero per ogni nato. È previsto che gli uffici anagrafici dei comuni comunichino, ai cittadini che registrano un nuovo nato, la tipologia di albero e il luogo dove esso è stato piantato. Ma questo discorso, come detto, implica una cultura del verde che le comunità locali debbono ancora assimilare. L’esempio di amministrazioni virtuose potrebbe contribuire notevolmente al quanto mai auspicabile cambiamento culturale. Personalmente continuerò ad impegnarmi perché Bracciano abbia di nuovo tutti i suoi alberi.

Graziarosa Villani

RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.