Un Posto al Sole

Non più una semplice soap opera ma una serie Tv con la quale si vuole indirizzare la vita degli Italiani. Replicandosi passo passo ogni sera sul terzo canale Rai Un posto al Sole è un po’ lo specchio di una Italia che cambia, che si fa più fluida, che dà speranza alle generazioni degli anta. Lo stretto intreccio di vite che ormai da molti anni appassiona il pubblico televisivo si adegua di continuo al ritmo di vita del Bel Paese in un microcosmo – quello di Palazzo Palladini – dove tuttavia l’interazione tra ricchi e poveri, pur nei rispettivi ruoli, è possibile così come quella di una auspicabile integrazione dei nuovi migranti.

Un Posto al Sole tra passato e futuro

Gli ultimi episodi che vedono il piccolo Manuel maneggiare una pistola guardano lontano e sembrano voler anticipare l’Italia che verrà. Se infatti negli Usa l’emergenza armi domestiche è ormai deflagrata, in Italia restano rari gli episodi di incidenti avvenuti con l’uso improprio di armi. Un posto al Sole vorrebbe così in qualche modo anticipare un fenomeno oggi latente ma che rischia di acuirsi in un prossimo futuro. Da “maestro di vita” Un Posto al Sole così ammonisce, consiglia, denuncia e intriga guardando ad un tessuto sociale – quello italiano – in continuo dinamismo e che, giorno dopo giorno, come da puntata dopo puntata, traghetta gli Italiani in una Italia diversa. Un Italia nella quale le famiglie diventano allargate, nella quale l’omosessualità non è più un tabù, nella quale possono svilupparsi amori di ritorno.

Il tutto sullo sfondo di una Napoli che non è più tutta “pizza e mandolino” ma che vuole lanciare di sé un’immagine rinnovata, aperta al turismo, attiva dal punto di vista economico. Una Napoli dove la camorra è male e dove la legalità vince sempre e comunque.

Tocca poi le corde sempre tese delle mamme italiane quel tentativo di Lara di incastrare Roberto facendo uso di un figlio non suo. Una problematica che, come nelle convergenze parallele di un tempo, solleva riflessioni in fatto di genitorialità, di uteri in affitto o addirittura di sottrazione di minori.

La tragicommedia quotidiana

Una società a tratti piacevole, a tratti disgustosa nella quale, con i toni della tragicommedia, si dipanano non solo i vissuti dei personaggi ma anche degli spettatori che si identificano in uno o nell’altro di essi. Dietro tutto questo c’è anche una scelta di vita degli stessi attori, molti dei quali, da decenni inchiodati al ruolo che gli venne affidato anni or sono da una Rai di tutt’altro stampo. Gli inserimenti che via via vengono fatti, come quelli delle due gemelle, tentano di sconvolgere un quadro consolidato e vincente, quello patinato di Palazzo Paladini affacciato sulla sempiterna veduta della città partenopea sullo sfondo del Vesuvio.

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.