Il manifesto quale strumento per la manifestazione del pensiero e la facoltà di rendere note al pubblico informazioni di interesse generale trova una sua collocazione nell’ambito del diritto già a partire dalla legge n.2893 del 1875.

Il potere non ha visto sempre di buon occhio i manifesti che rendono noti al pubblico documenti e notizie che diversamente solo pochi soggetti potrebbero conoscere.

Dato che siamo in democrazia, l’affissione di manifesti è regolamentata da leggi e regolamenti.

Giovedì 10 gennaio 2020 abbiamo affisso in piazza del Comune il seguente manifesto con il duplice scopo, istituzionale e sociale, di informare la cittadinanza delle decisioni adottate dalla Città Metropolitana e dalla Regione Lazio in merito alla Scuola dell’Infanzia Comunale Paritaria di via dei Pasqualetti.

Tali decisioni bocciano la proposta della cosiddetta statalizzazione e, lasciando le cose così come stanno, consentono di fare le domande di iscrizione dei bambini.

Alle ore 12,45 circa ricevo una telefonata da una persona, dipendente comunale, alla quale un assessore aveva detto: togli il manifesto affisso in piazza o devo chiamare i vigili?

Ho risposto che il manifesto è stato affisso, dopo essere stato autorizzato, esattamente dove mi è stato indicato con estrema precisione e naturalmente dopo avere pagato la tassa prevista. Pertanto non capivo per quale motivo toglierlo.

A questo punto, data la perentoria disposizione dell’assessore, la persona, dipendente comunale, si vedeva costretta a toglierlo. Citare il nome dell’assessore, ora, non ha alcuna importanza.

Resta la gravità del fatto: un assessore non si sa in base a quale sua facoltà ordina di togliere un manifesto, regolarmente autorizzato, riportante solo notizie di interesse pubblico.

Il titolo di questo articolo dice: a volte ritornano. Ma stavolta è peggio.

Nei regimi totalitari di sinistra e di destra la divulgazione del pensiero e delle informazioni era temuta e censurata quando il manifesto riportava tematiche ideologiche o di aspra critica al potere, QUI DA NOI è stato fatto togliere un manifesto dalla piazza centrale del paese dove poteva essere letto da molti cittadini che hanno tutto il diritto di essere informati sulla Scuola dell’Infanzia Comunale Paritaria dei Pasqualetti. Comunque, nonostante la partecipazione della cittadinanza alla vita amministrativa non sia particolarmente ben vista da questa amministrazione, le informazioni riportate nel manifesto sono ormai di dominio pubblico. Sarebbe bene che il competente capo area faccia il suo dovere e metta a disposizione delle famiglie i moduli per le iscrizioni dei bambini di Bracciano.

 

I consiglieri comunali

Mauro, Tellaroli e Persiano

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.