La Memoria del Condor, un docufilm della regista Emanuela Tomasetti per ricordare la vergogna dei desaparecidos ed il processo che in Italia ha visto incriminati alcuni dei militari che in molti Paesi latinoamericani hanno fatto parte della scellerata operazione Condor. La pellicola è stata proiettata a Roma il 28 marzo scorso nella sala Zavattini Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio alla Centrale Montemartini. Partendo dal processo il film racconta le storie personali di alcune vittime. Sullo sfondo scorre il drammatico periodo storico ripercorso alla luce dei racconti privati e di una attenta analisi storica. Le testimonianze dei protagonisti, in Tribunale e durante le interviste, si alternano a immagini di repertorio, provenienti sia da archivi italiani, argentini e uruguayani, sia dagli archivi privati dei sopravvissuti. Il Piano Condor (o “Operazione Condor”) riunì negli anni ’70 a forze militari e di polizia di diversi Paesi sudamericani, con il benestare degli Stati Uniti e del Segretario di Stato Henry Kissinger. Ha interessato in particolare Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay, Brasile, Bolivia e il Perù. Si trattò di una vera e propria organizzazione politico-militare nata con il compito di eliminare oppositori e dissidenti, oltre i confini dei singoli Stati. Il 12 febbraio 2015 inizia a Roma il Processo Condor. 43 vittime latinoamericane, di cui 23 di origine italiana, uccisi o scomparsi in Sudamerica negli anni delle dittature. Imputati 36 militari e civili di quattro diversi paesi latinoamericani: Uruguay, Bolivia, Perù e Cile. La sentenza arriva due anni più tardi. Nel frattempo sei imputati sono morti. 8 sono condannati all’ergastolo, uno solo è dichiarato innocente, per 18 di loro viene dichiarato estinto il reato perché ormai prescritto. Tutte le parti hanno impugnato la sentenza e ora è in corso il Processo d’Appello. Quello di Roma è il primo processo in Europa a emettere delle condanne per reati commessi nell’ambito dell’Operazione Condor. Tutto parte dall’indagine del giudice spagnolo Baltasar Garzón, che nel 1998 spicca un mandato di arresto internazionale nei confronti dell’ex dittatore cileno Augusto Pinochet, per crimini contro l’umanità. L’arresto provoca in Italia una interrogazione parlamentare su Pinochet, accusato di avere ucciso alcuni cittadini italo-cileni durante il suo mandato. Un anno più tardi la denuncia di alcune madri e parenti di desaparecidos uruguaiani e argentini fa aprire una nuova indagine legata agli omicidi di italiani avvenuti nell’ambito del Piano Condor.
E’ il pubblico ministero Giancarlo Capaldo, che segue entrambe le inchieste, a unificarle nel 2006 quando chiude le indagini, e a spiccare più di 140 mandati di cattura contro i militari sudamericani. Solo nel 2013 si arriverà alle udienze preliminari. Sullo sfondo del processo Condor il ricordo di alcune vittime delle dittature: Juan Montiglio, che fu la guardia del corpo di Salvador Allende; Juan Maino, fotografo cileno membro del MAPU; Daniel Banfi, uruguayano che fa parte del movimento dei Tupamaros, ucciso a Buenos Aires dai servizi segreti del suo paese; Horacio Campiglia, argentino dirigente dei Montoneros, sequestrato a Rio de Janeiro e desaparecido; Mariana Zaffaroni, Victoria Moyano e Macarena Gelman, argentine e uruguayane, figlie rubate ritrovate grazie alla tenacia delle Abuelas de Plaza de Mayo. E infine Martín Almada, sindacalista paraguayano, che nelle prigioni del suo paese conosce il Piano Condor e una volta liberato ne segue le tracce fino a trovare nel 1992 le prove della sua esistenza.

La Memoria del Condor, con María Campiglia Martín Almada Alejandro Montiglio Tamara Montiglio Juan Osses, Rina Belvederessi, Julio Soto, Gloria Torres, Pablo Adriazola, Carlos Montes, Aurora Meloni, Zelmar Michelini Jr, Mariana Zaffaroni, Macarena Gelman, Victoria Moyano Artigas, Estela Carlotto, è stato
realizzato da LAND comunicazioni (www.landcomunicazioni.it) in associazione con Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio col contributo di Regione Lazio e patrocinio di Amnesty International è stato prodotto da Luca Criscenti.

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.