4.823 elettori alle comunali del 2016 hanno consegnato Bracciano a Tondinelli. A distanza di tre anni cosa pensano? Il loro consenso è stato ben indirizzato? O piuttosto è stata l’onda lunga della strategia denigratoria nei confronti dell’ex sindaco Giuliano Sala oggi rilevatasi in massima parte e sentenze alla mano un fuoco di paglia, a guidare la loro matita nel chiuso della cabina elettorale? Che Bracciano sia di destra lo si è sempre saputo – peraltro oggi Tondinelli lascia la casacca che gli è stata utile di lista civica per indossare quella di Fratelli d’Italia – ma le amministrative del 2016 potrebbero dirsi essere state drogate dall’effetto magistratura che pilotata a dovere ha tramato interferendo con pesantezza sul governo del Paese di allora.

Se si leggono i dati del voto di allora, si vede che al primo turno fu la coalizione di Claudio Gentili con 2.289 voti a riscuotere più voti, dietro di lui quella di Armando Tondinelli con 2.250 voti. L’esito del ballottaggio, per il quale l’affluenza calò vistosamente passando dal 66,83 per cento del primo turno al 55,01 per cento, è noto a tutti. In quei quindici giorni 2.573 elettori hanno scelto Tondinelli. A farlo probabilmente  i 904 che avevano votato al primo turno Testini, l’uomo per tutte le stagioni vicensindaco, già assessore urbanistica ed oggi Bilancio, molti sostenitori di Donato Mauro ed anche molti dei Cinque stelle.

Bracciano ebbe il nuovo sindaco: Armando Tondinelli. Nel suo programma molte promesse. Tra le più evidenti la smart city. A Tre anni di distanza, con una amministrazione che via via ha cacciato via i sostenitori della prima ora (Rinaldi, Marini, Felluca etc) e incamerato esterni – tra i quali l’esponente della Guardia di Finanza Giovanni Bentivoglio tra gli “indagatori” nei confronti dell’ex giunta Sala. –  cosa rimane di quelle promesse? La Smart City resta un miraggio lontano. Anzi il paese è andato via via regredendo tanto da divenire irriconoscibile. Si è lavorato, a dire il vero molto, per la nuova centralità della Rinascente. Il settore culturale è in impasse. Se è stato gettato qualche chilometro di asfalto con fondi peraltro ereditati dal passato alcune strade restano interdette, le strutture culturali sono ancora non fruibili (auditorium, centro civico a Bracciano Nuova, Museo Civico. Giardini di via del lago). Da oltre un anno e mezzo poi la tragedia dello sport braccianese con campo sportivo Massimiliano Vergari chiuso, Palazzetti chiusi… L’unica struttura avviata, l’asilo nido comunale di Santo Celso, anch’essa venuta dal passato, è ampiamente sottoutilizzata per le proprie potenzialità. La partecipazione è ridotta al lumicino. Le attivissime, un tempo, esponenti  di Salviamo Bracciano non si mobilitano più.

Quanto alla discarica, chiusa dal 2014 per volontà della Regione Lazio, in attesa di essere “cappata”, Tondinelli che ne fu tra i promotori ai tempi della giunta di Enzo Negri con la presa di possesso dell’impianto di smaltimento allora malamente gestito dalla S.E.L., rivendica oggi il suo ruolo nel procurato fallimento della Bracciano Ambiente – perché ha avuto modo di dichiarare di recente – evidentemente segnato dalla propria esperienza personale – la discarica fa male. Intanto oggi Bracciano, tramite Tekneko, consegna i propri rifiuti indifferenziati ad una società del noto Re della Monnezza, Manlio Cerroni.

Peraltro Tondinelli ha espresso anche fortissime critiche sulla “via della seta” considerata la nuova proprietà dei 1.016 ettari della Vicarello spa passate in mano cinesi affermando: “la via della seta, finché ci sono io non passerà”.

Anche il “cittadino”, che si è sempre caratterizzato quale depositario di una verità urbanistica per il comparto di Santo Celso, non ha ottenuto quello che avrebbe voluto, considerato che l’amministrazione comunale ha dovuto revocare, su espresso ordine della Regione Lazio tutto il castello di carte, e non senza spese per le casse comunali, che era stato creato ad hoc con l’approvazione nel 2017 della discussa delibera 115.

Un capitolo a parte meriterebbe la gestione del lungolago…

E’ questa la Bracciano che volevano i 4.823 elettori che hanno messo la croce per Tondinelli? Dove sono oggi questi elettori?

Graziarosa Villani

RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.