Abbiamo criticato gli scellerati interventi sulle alberature del passato, abbiamo censurato le capitozzature fatte maldestramente passare ieri per potature e non potevamo quindi tacere oggi il nostro sgomento nel vedere che anche i Lecci secolari che formano il Parco della Rimembranza stavano (rectius stanno) subendo la stessa sorte. 

NON VA BENE. 

Quel giardino e gli alberi in questione sono dedicati al ricordo dei nostri concittadini Caduti nella Grande Guerra, ogni albero rappresenta un caduto e con esso la nostra Storia, il dolore della Famiglia e del Paese intero per chi si è speso a costo della Vita a difesa della nostra Patria. 

Se per gestire bene una risorsa occorre prima conoscerla e regolarne gli usi, occorre anche pianificarla con attenzione e lungimiranza e questo oggi secondo noi è mancato.

Dobbiamo interrompere questo intervento dannoso e non solo evitare che prosegua, dobbiamo fare in modo che non possa mai più accadere. 

Se capitozzare maldestramente un albero deve essere vietato, capitozzare un albero dal così rilevante senso ambientale e storico deve essere considerato sacrilego.

Serve un Piano Comunale del Verde e serve alla svelta.

Il Piano Comunale del Verde (PCdV) è lo strumento sovraordinato che oltre a disegnare una visione strategica dell’assetto (semi)naturale, urbano e peri-urbano della città, definisce i principi e fissa i criteri di indirizzo per la realizzazione e la gestione di aree verdi pubbliche nell’arco della pianificazione urbanistica generale (art. 6, comma 1 lettera e della Legge 10/2013). 

E’ una sorta di PIANO REGOLATORE DEL VERDE, volto a definire l’assetto futuro dell’infrastruttura verde e blu della città, ovvero modellare e definire i luoghi dove vogliamo vivere e far crescere i nostri affetti più cari. 

Contrariamente a semplici logiche di buon senso ed in barba a specifiche guide forestali si è deciso di intervenire in maniera molto drastica e aggressiva, con delle attività di capitozzatura che permettono di potare un albero in circa mezz’ora, anche con personale poco qualificato, mentre una potatura più attenta può richiedere anche oltre le 2-3 ore per albero. 

Si è scelta la strada più economica che alla lunga – come da prassi – si dimostrerà davvero esosa e che nell’immediato ha già pregiudicato un capitale pubblico.
 
Le parole ascoltate anche recentemente in consiglio dalla neo eletta amministrazione sulla volontà di dare una grande attenzione alle zone verdi o le adesioni ai progetti sull’ambiente sul modello “Progetto Ossigeno” o agli Stati Generali del Verde Urbano stridono davvero con quello che abbiamo visto oggi.

Si sta mettendo mano su di un giardino monumentale, serve maggiore attenzione, non si può scegliere la via più facile, non si può scegliere la più economica, non si può lasciar fare, è già abbastanza grave che quello sia un parcheggio.

La capitozzatura è un veloce e indiscriminato massacro di rami che riduce l’albero ad un tronco con una corona di rami mozzati (come quello che vedete in foto che ritrae proprio uno degli alberi in questione, o meglio quel che ne rimane).

Con questo genere di intervento, si avrà una perdita non solo dal punto di vista ornamentale della pianta, cosa che risulta essere importantissima all’interno di un decoro urbano, ma aumenterà altresì la probabilità che la pianta si ammali, che negli anni si possano formare rami più deboli soggetti a rotture e quindi ben più pericolosi di quelli che si stanno togliendo ora, con il rischio di compromettere il futuro della pianta su cui si è intervenuti e di mettere in pericolo chi vi si trova a passar sotto.

Ad aggravare il fatto si aggiunga che le piante in questione avevano da poco subito l’aggressione di un infestante parassita e che per debellare lo stesso sarebbero stati necessari nuovi interventi a loro tutela, pratiche di taglio errate e feroci del passato avevano già indebolito questi meravigliosi alberi che avevano impiegato quasi un decennio per riprendersi appena ma evidentemente non abbiamo saputo rispettarne ed apprezzarne la ripresa né ci siamo posti con il metodo di chi vuole difenderli.

Le operazioni di taglio dopo diverse proteste, sono state sospese ma cinque degli alberi in questione avevano purtroppo già subito l’aggressione, ci auguriamo che gli altri vengano risparmiati.

Potature su alberi come queste sono possibili, in alcuni casi anche opportune ma le capitozzate no, mai!

Esistono linee guida in materia, ogni potatura va preceduta da uno studio di fattibilità, da una seria indagine forestale, sono alberi censiti e secolari (faranno cento anni proprio tra poco), va fatta una potatura pilota su di un esemplare alla presenza di tecnici forestali abilitati ed auspicabilemente dotati di un atteggiamento giustamente conservativo, mai e poi mai può essere interamente eradicata la chioma come si è fatto nel nostro caso, le linee guida in materia ad esempio suggeriscono di non togliere più del 30% di essa, il taglio dovrebbe riguardare solo i getti che per una larghissima percentuale si mostrano marci e non dovrebbe mai interessare rami dal diametro superiore agli 8/10 cm mentre in questo caso si è andati ben oltre.

Nessuno di noi avrebbe mai consentito che il suo personale albero monumentale e centenario potesse essere potato in questa maniera, ecco questi sono i nostri alberi monumentali e centenari quindi difendiamoli, difendeteli, fermiamo quel taglio, fermateli, distinguiamoci dal passato – DISTINGUETEVI!

(di seguito la determina che autorizza la vicenda: http://cloud.urbi.it/urbi/progs/urp/fecore02.sto?DOCORE_testata=5802681&DOCORE_versione=1&FNSTR=YUYHOB_XFOZKCF_1091077479267165120710558872671.TPR.R7I&DB_NAME=n1200704&ContestoChk=ME&P7M=S )

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.